Etichettatura alimenti, stabilite le nuove sanzioni per le violazioni delle norme europee (etichettatura alimenti sanzioni)
Dopo tre anni di attesa, l’ordinamento italiano ha finalmente dato attuazione alle disposizioni comunitarie, di cui al Regolamento (UE) n.1169/2011, concernenti la costituzione di un apparato sanzionatorio per le violazioni in materia di etichettatura degli alimenti (etichettatura alimenti sanzioni).
Il prossimo 9 maggio 2018, infatti, entrerà in vigore il D.Lgs. 15 dicembre 2017 n.231, riguardante la disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al predetto Regolamento.
Come è noto, il Reg. n.1169/2011 ha uniformato le informazioni presenti sulle etichette dei prodotti alimentari in 27 nazioni europee per garantire ai consumatori di essere posti a conoscenza di tutti gli elementi utili per prendere decisioni di acquisto, anche basate sui dati del prodotto come ad esempio: la tabella nutrizionale, gli ingredienti, gli eventuali allergeni o le istruzioni per l’uso.
Detto regolamento, tuttavia, ha rimesso agli stati membri l’onere di costituire il relativo sistema sanzionatorio, diretto appunto a reprimere il verificarsi di violazioni in materia.
Il nuovo quadro sanzionatorio, quindi, sostituisce la vecchia normativa (sanzionatoria), che già era divenuta parzialmente inapplicabile poiché non pienamente coordinata con il citato regolamento dell’Unione.
Il recente decreto, in particolare, interviene in due distinti ambiti: da un lato, stabilisce la disciplina sanzionatoria per le violazioni del Reg. n.1169/2011; dall’altro lato, introduce norme nazionali riguardanti sia l’indicazione del numero di lotto, sia l’etichettatura dei prodotti non preimballati, con le rispettive sanzioni.
La parte più importante ed attesa del decreto legislativo n.231/2017 riguarda, senz’altro, le sanzioni amministrative pecuniarie, applicabili in caso di violazione degli obblighi di etichettatura previsti dal Reg. dell’Unione, con la pregiudiziale “salvo che il fatto costituisca reato“.
Ciò sta a significare che solamente nell’ipotesi in cui il fatto non costituisca reato, si procederà all’applicazione delle sanzioni di cui al citato decreto legislativo. Per contro, qualora dalla violazioni in materia di etichettatura emergessero profili di responsabilità penale, non si procederà alla levata della sanzione di cui al decreto ma direttamente all’azione (e sanzione) penale.
Il decreto in commento precisa, inoltre, che per il procedimento sanzionatorio l’autorità competente all’applicazione delle sanzioni amministrative pecuniarie viene individuata nel Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (restano comunque ferme le competenze spettanti all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e agli organi preposti all’accertamento delle violazioni).
Le disposizioni sanzionatorie, che riguardano sia la mancata apposizione delle informazioni obbligatorie sia l’indicazione delle informazioni (obbligatorie e facoltative) con modalità difformi da quelle prescritte dalla normativa europea, hanno importi che variano a seconda della gravità delle singole infrazioni e che partono da un minimo di €.500 sino ad arrivare ad un massimo di €.40.000.
Merita di essere segnalata, inoltre, la sanzione da €.3.000 ad €.24.000 riguardante i casi di produzione o confezionamento per conto terzi, destinata ad applicarsi laddove, sull’etichetta, venga erroneamente indicato il produttore/confezionatore contoterzista, anziché il soggetto con il cui nome o marchio il prodotto viene commercializzato.
Il legislatore italiano ha comunque previsto, in ipotesi di contestazione di violazioni, alcune agevolazioni in favore del contribuente, che di seguito riteniamo quanto mai opportuno elencare:
- pagamento in misura ridotta (doppio del minimo o un terzo del massimo) entro 60 giorni dalla contestazione, ai sensi dell’articolo 16 della legge n. 689/1981;
- l’ulteriore riduzione del 30%, se il pagamento è effettuato entro 5 giorni, ai sensi dell’articolo 1, comma 3 del decreto legge n. 91/2014;
- l’adozione della sola diffida a provvedere entro 20 giorni alla regolarizzazione, senza applicazione di sanzioni, nel caso in cui vengano contestate per la prima volta delle violazioni sanabili, ai sensi dell’articolo 1, comma 3 del decreto legge n. 91/2014;
- Inoltre, è prevista una riduzione sino ad un terzo delle sanzioni comminate alle microimprese.
Altro importante aspetto del nuovo decreto è la definizione di “soggetto responsabile”, destinatario delle sanzioni, il quale viene individuato nell’Operatore del Settore Alimentare (c.d. OSA) con il cui nome o con la cui ragione sociale è commercializzato il prodotto o il cui nome o la cui ragione sociale siano riportati in un marchio depositato o registrato. Se l’OSA non è stabilito nell’Unione, è considerato responsabile l’importatore che ha sede nel territorio dell’Unione.
Da ultimo, per chiarezza, riteniamo comunque opportuno evidenziare che, in fase transitoria (e quindi sino all’entrata in vigore del decreto legislativo), gli alimenti immessi sul mercato o etichettati prima del 9 maggio 2018, che risultino non conformi al decreto, potranno ovviamente essere commercializzati fino all’esaurimento delle scorte.