Nel dicembre 2023 è stato raggiunto l’accordo interistituzionale per una completa revisione regime UE indicazioni geografiche.
L’accordo interistituzionale dell’11 dicembre 2023.
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In base all’accordo tra le istituzioni europee, la revisione regime UE indicazioni geografiche avverrà mediante un nuovo regolamento, che modificherà quello sulla OCM Unica (ove sono attualmente contenute le norme sulle DOP Vini) ed abrogherà quello sulle DOP alimentari e per i vini aromatizzati.
Per contro, la definizione delle DOP e IGP per i vini resterà quella contenuta nella OCM Unica (regolamento UE/1308/2013, sebbene con le modificazione che verranno introdotte per effetto della riforma in questione.
Accordo interistituzionale UE su riforma DOP-IGP
Il futuro regolamento unitario rappresenta il punto di arrivo della proposta di riforma a suo tempo formulata dalla Commissione UE, la quale valorizzava fra l’altro i profili di sostenibilità delle filiere per i prodotti a denominazione di origine.
Proposta revisione disciplina UE su IGP
La riforma della PAC post-2020 (PAC 2023-2027) aveva invece portato ad una lieve revisione regime UE indicazioni geografiche.
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Ciò era avvenuto per effetto del Regolamento UE/2117/2021, che modificava i regolamenti:
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- UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli,
- UE) n. 1151/2012 sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari,
- (UE) n. 251/2014 concernente la definizione, la designazione, la presentazione, l’etichettatura e la protezione delle indicazioni geografiche dei prodotti vitivinicoli aromatizzati
- (UE) n. 228/2013 recante misure specifiche nel settore dell’agricoltura a favore delle regioni ultraperiferiche dell’Unione
Per quanto concerne la revisione regime UE indicazioni geografiche nel settore vitivinicolo, rilevano i commi 20 e 21 dell’art.1 di detto regolamento UE/2117/2021, che così modificano le pertinenti norme del regolamento UE/1308/2013 sulla OCM Unica
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l’articolo 93 è così modificato:
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21) |
l’articolo 94 è così modificato:
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La revisione regime UE indicazioni geografiche era stata preannunciata dalla Commissione Europea come un’azione rientrante nella sua nuova strategia “from farm to fork” (“dal produttore al consumatore”), ispirata al più ampio orientamento del cosiddetto “green deal”.
L’idea di fondo è valorizzare i principi ambientali favorendo l’economica circolare e creando un regime alimentare sostenibile, che dovrebbe dunque divenire il fulcro dell’intero sistema
Con specifico riferimento alla riforma della legislazione dell’Unione Europea in materia di denominazioni di origine ed indicazioni geografiche (per vini, alimenti e bevande spiritose), la Commissione aveva pertanto annunciato che la propria azione «consoliderà il quadro legislativo sulle indicazioni geografiche e, ove opportuno, includerà specifici criteri di sostenibilità» (pag.14 della Cominicazione sulla strategisa “from farm to fork”).
La Commissione si proponeva infatti di promuovere una riforma che:
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- migliori la produzione sostenibile nell’ambito dei regimi di qualità (DOP e IGP);
- perfezioni l’applicazione della normativa
- conferisca potere alle associazioni di produttori
- riduca i furti via Internet
- adatti meglio i regimi di qualità ai produttori in tutte le regioni dell’UE
- riveda le modalità per promuovere e proteggere gli alimenti tradizionali dell’UE
- acceleri le procedure di registrazione.
Conseguentemente, la Commissione UE ha adesso presentato una proposta per la riforma della disciplina in materia di IGP (Indicazioni Geografiche Protette), la quale presenta tra l’altro la caratteristica di concernere:
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- il vino, le bevande spiritose e gli alimenti
- i profili di sostenibilità
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Proposta revisione disciplina UE su IGP
Quanto alla ricerca in materia di sostenibilità e resilienza, si segnala il progetto Uniseco dell’Unione Europea, a cui partecipa per l’Italia il distretto del Chianti.
Progetto VIVA - Sostenibilità della Vitivinicultura in Italia
Nel frattempo, l’Italia ha già intrapreso una propria strada per quanto concerne la sostenibilità, intesa in senso più esteso, poiché non legata ai disciplinari dei vini FDOP e IGP.
Infatti, al fine di migliorare la sostenibilità delle varie fasi del processo produttivo nel settore vitivinicolo, mediante l’art.224-ter della legge del 18 luglio 2020 n°77 (Sostenibilita’ delle produzioni agricole) è stato istituito il sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola, inteso come l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche definite con uno specifico disciplinare di produzione.
La valutazione dell’apposito disciplinare è damandata ad un sistema di sistema di monitoraggio della sostenibilità delle aziende della filiera vitivinicola italiana.
Compete al MIPAAF (sentito il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare) stabilire le norme attuative, compito adempiuto mediante il decreto 23/06/2021 n.288989, il quale dispone sulle seguenti materie:
A) Sistema di certificazione della filiera vitivinicola:
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- Il sistema di certificazione della filiera vitivinicola utilizza le modalità e la procedura del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata
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B) Compiti del Comitato della sostenibilità vitivinicola (CosVi):
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- definizione del disciplinare della sostenibilità vitivinicola;
- definizione del sistema di monitoraggio della sostenibilità della filiera vitivinicola;
- individuazione degli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola;
- supporto al MIPAAF nella fase di confronto e discussione del partenariato economico e sociale sui contenuti del disciplinare.
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C) Composizione del Comitato:
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- coordinato dal Direttore della direzione generale delle politiche internazionali e dell’Unione Europea, il comitato è composto da:
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- due rappresentanti del MIPAAF;
- quattro rappresentanti delle Regioni e Provincie autonome;
- due esperti del CREA;
- un rappresentante di Accredia;
- a titolo consecutivo, un rappresentante per ciascuno dei sistemi di valutazione della sostenibilità facenti parte del Gruppo di lavoro per la sostenibilità in viticoltura esistenti a livello nazionale alla data di entrata in vigore del decreto.
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- coordinato dal Direttore della direzione generale delle politiche internazionali e dell’Unione Europea, il comitato è composto da:
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D) Disciplinare della sostenibilità vitivinicola
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- contiene l’insieme delle regole produttive e di buone pratiche finalizzate a garantire il rispetto dell’ambiente, la qualità e la sicurezza alimentare, la tutela dei lavoratori e dei cittadini, un adeguato reddito agricolo.
- è sottoposto a verifica ed eventuale aggiornamento con cadenza almeno annuale. In sede di prima applicazione, il disciplinare fa riferimento alle linee guida di produzione integrata per la filiera vitivinicola.
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E) Adesione al Sistema di certificazione della sostenibilità vitivinicola
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- volontaria
- può avvenire da parte di aziende singole o associate.
- modalità di adesione: quelle già in uso per il Sistema di qualità nazionale della produzione integrata (SQNPI).
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F) Indicatori
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- individuati dal CosVi
- successivamente approvati con decreto del MIPAAF, sentito il ministero della Transizione Ecologica (istituito in sostituzione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare).
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Per completare il sistema di certificazione del Vino sostenibile seguiranno altri due provvedimento, costituita da:
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- pubblicazione del disciplinare di produzione per il vino sostenibile (ove verranno indicate le modalità di produzione ed i requisiti del prodotto);
- individuazione degli indicatori di monitoraggio (necessari per valutare i risultati raggiunti).