cambiale agraria e della pesca

La “Cambiale Agraria e della Pesca”: un nuovo regime di aiuti per gli agricoltori ed i pescatori.


La cosiddetta “Cambiale Agraria e della Pesca” è un regime di aiuti concessi dallo Stato italiano a sostegno delle piccole e medie imprese (PMI) nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca: esso è stato creato per rispondere alla grave crisi del settore a causa dell’emergenza epidemiologica COVID 19.

La misura è stata autorizzata dalla Commissione europea con decisione C(2020) 5139 del 22 luglio 2020 – nell’ambito del Sezione 3.1. del “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza COVID”.

La Commissione Europea ha infatti rilevato come le imprese (peraltro non solo quelle testé citate) in tale contesto emergenziale possono trovarsi di fronte ad una grave mancanza di liquidità: proprio le PMI risulterebbero quelle maggiormente a rischio.

Sono state molto numerose le richiste di accedere agli aiuti in questione.

A causa di ciò, l’importo inizialmente stanziato dallo Stato italiano (30 milioni di euro) si è presto esaurito, cosa che ha portato alla chiusura del portale, mediante il quale era possibile procedere con il deposito della domanda di finanziamento.

Di conseguenza, è stata recentemente disposto un rifinaziamento (ulteriori 20 milioni di euro), anch’esso però esauritosi in tempi brevissimi (tre giorni).

Al momento, quindi, la misura in commento non  è più accessibile, per esaurimento del budget a disposizione


Vediamo nello specifico che cos’è e cosa prevede la misura della Cambiale agraria e della pesca.

La cambiale agraria e della pesca (del pari della cambiale ordinaria) non è altro che un titolo di credito, contente la promessa di pagare una determinata somma, che il mutuatario rilascia in favore della parte mutuante.

Nel caso della cambiale agraria e della pesca, il mutuatario è da individuarsi nell’impresa del settore che domanda il finanziamento, mentre il mutuante è ISMEA (l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) ovvero l’istituto che eroga il finanziamento.

Chi può proporre la domanda di finanziamento?

Il prestito garantito da cambiale agraria e della pesca può essere richiesto da tutte le piccole e medie imprese (PMI) agricole e della pesca che abbiano subito un grave pregiudizio alla liquidità aziendale in conseguenza dell’epidemia da COVID 19, ed in particolare da quelle che, sempre in ragione della crisi, hanno perduto i normali canali di mercato o che hanno avuto importanti perdite derivate dalla elevata deperibilità del prodotto.

Restano escluse dalla misura quelle PMI che sono già state destinatarie di precedenti misure di aiuto.

Modalità di presentazione della domanda

La domanda deve essere necessariamente presentata in via telematica, appunto tramite il sito internet di ISMEA, che è l’istituto che si occupa di erogare i fondi.

Alla domanda deve essere allegata (a pena di rigetto) una visura della Centrale Rischi della Banca d’Italia, l’ultima dichia,razione fiscale dell’azienda e copia del documento di identità del titolare e/o legale rappresentante dell’impresa (il quale sottoscrive la domanda anche per avvallo).

Entità e durata del finanziamento

Il finanziamento che ciascuna impresa può ottenere, non deve essere superiore al 50% dell’ammontare dei propri ricavi (relativi all’anno precedente rispetto alla domanda) e comunque non può superare la soglia massima dei 30.000 euro.

Si tratta di un finanziamento a tasso zero e senza costi di attivazione della pratica.

Il prestito ha una durata di cinque anni, di cui i primi due di preammortamento.

Il rimborso effettivo inizia quindi dal terzo anno, mediante un piano di ammortamento basato su tre rate (ciascuna garantita appunto da cambiale agraria e della pesca) rispettivamente scadenti a 36, 48 e 60 mesi.

In parole più semplici, al momento del deposito della domanda, l’impresa rilascia all’ISMEA, a garanzia dell’impegno di restituire il finanziamento ricevuto, n.3 cambiali rispettivamente scadenti a 36 – 48 e 60 mesi (che decorrono dalla data di effettiva erogazione del prestito).

Ecco quindi che nei primi due anni (di preammortamento) dall’erogazione, l’impresa non pagherà alcunché poiché il rimborso inizierà di fatto a decorrere dal terzo anno.

Detta misura, anche in relazione ai tempi di erogazione del prestito, ha rappresentato uno strumento fondamentale per le PMI agricole e della pesca colpite dalla crisi ed in difficoltà.

In un momento di estrema incertezza come quello che stiamo vivendo, l’assenza di fondi e/o prestiti avrebbe potuto (e ancora oggi potrebbe) infatti rendere insolvibili le PMI, soprattutto del settore agroalimentare.


Misure prese dalla UE per fronteggiare l’epidemia di Covid-19


Quanto al settore agricolo, in particolare vedasi le seguenti misure:

 

 

 

 


Pratiche sleali nel settore agricolo connesse a Covid-19