Tartufi piano nazionale filiera 2017-2020: documento base per una riforma del settore.
Il Piano nazionale per la filiera del Tartufo (Tartufi piano nazionale filiera 2017-2020) è – fra l’altro – propedeutico alla revisione/abrogazione della Legge n.752 del 16 dicembre 1985 (Normativa quadro in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo), considerata soprattutto la normativa dell’Unione Europea vigente (Regolamento sulla OCM Unica prodotti agricoli) e la necessità di apportare semplificazioni strutturali.
Il Piano di settore ha, inoltre, la funzione di armonizzare le posizioni degli attori economici e istituzionali della filiera del tartufo al fine di delineare i principi condivisi, che saranno utilizzati nella stesura di una nuova Legge quadro in materia.
Trattando la Filiera Nazionale del Tartufo, il Piano Nazionale analizza con completezza e profondità i seguenti temi:
3.1 LA RICERCA E RACCOLTA DEL TARTUFO IN ITALIA
3.2 TUTELA E GESTIONE DEGLI HABITAT PER LA PRODUZIONE DEL TARTUFO
3.3 TARTUFICOLTURA
3.3.1 Tartuficoltura nei sistemi agrari (o tartufaie coltivate)
3.3.2 Tartufaie naturali controllate
3.4 VIVAISTICA DELLE PIANTE MICORRIZATE
3.4.1 Tecniche di micorrizazione
3.4.2 Vivaistica e problemi di mercato delle piante micorrizate
3.5 RICERCA: CONOSCENZE ATTUALI E FUTURI TARGET DI RICERCA
3.5.1 Proposte operative
3.5.2 Individuazione di linee guida prioritarie per l’impostazione dei futuri progetti di ricerca
3.6 LA COMMERCIALIZZAZIONE DEL TARTUFO IN ITALIA
3.6.1 Inquadramento giuridico del tartufo: codici doganali e organizzazione comune del mercato unica (OCM Unica)
3.6.2 Il tartufo nella Legislazione Alimentare
3.6.2.1 Sicurezza alimentare
3.6.2.2 Tracciabilità
3.6.2.3 Rapporto con la disciplina fiscale
3.6.3 La nomenclatura dei tartufi e le regole di commercializzazione
3.6.3.1 Le specie commercializzabili
3.6.3.2 Denominazioni di vendita e c.d. “nomi volgari”
3.6.3.3 Classificazione merceologica
3.6.3.4 Le analisi sui tartufi
3.6.4 Etichettatura e presentazione
3.6.4.1 Vendita del prodotto sfuso
3.6.4.2 Vendita del prodotto confezionato
3.6.5 La dichiarazione dell’origine
3.7 LA FISCALITÀ DEL TARTUFO IN ITALIA
3.7.1 IVA e burocrazia fiscale: problemi di competitività per il tartufo italiano
3.7.2 Statistiche
3.7.3 Risultati del Gruppo di Lavoro “fiscalità e statistiche”
3.8 I CONTROLLI E LE SANZIONI
3.8.1 Controlli sulla ricerca del tartufo 3.8.2 Chi fa i controlli?
3.8.3 Controlli sulla cessione del tartufo
3.8.4 Controlli sulla vendita delle piante micorrizate
3.8.5 Sanzioni
4. OBIETTIVI E STRATEGIA DEL PIANO DI SETTORE
4.1 Obiettivi per aree tematiche del Piano Filiera Tartufo
4.2 Azioni del Piano Filiera Tartufo
5. INTERVENTI PRIORITARI
6. GLI STRUMENTI
7. APPLICAZIONE E OPERATIVITÀ
8. LE RISORSE ORGANIZZATIVE
9. LE RISORSE FINANZIARIE
A livello comunitario, le norme dell’Unione Europea includono i tartufi tra i prodotti oggetto di:
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- OCM UNICA (Organizzazione Comune di Mercato) per i prodotti agricoli, facendoli rientrare in quelli del settore ortofrutticolo (Regolamento del Consiglio e del Parlamento UE 1308/2013, art.1, comma 2, nonché allegato I, parte X, dove vengono individuati con il codice NC 2003, il quale comprende “funghi e tartufi, preparati o conservati ma non nell’aceto o acido acetico” );
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- limitazioni, pre ragioni di tutela della salute, quanto all’eventuale presenza di deterninate sostanze al loro interno (quali il regolamento UE n. 1096/2014 della Commissione, il regolamento EURATOM del Consiglio 52/2016, il regolamento UE 318/2014 della Commissione);
A livello italiano, sussistendo in materia la competenza concorrente di Stato e Regioni, la normativa si divide tra quella nazionale (che fissa i “principi quadro”, e cioè le regole di massima, attualmente mediante la citata legge 752/1985) e quella regionale (che disciplina nello specifico alcuni aspetti).
E’ qui che si trovano le regole volte a:
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- stabilire in quali casi i raccoglitori possano accedere ai fondi appartenenti ad altre persone
- quali sono le specie di tartufi commercializzabili
- chi possa raccogliere, a quali condizioni e con quale metodo.
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Per quanto concerne le regole sull’accasso ai fondi:
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- la loro legittimità è stata riconosciuta dalla Corte Costituzionale.
- la Cassazione ha deciso alcuni casi, sia in campo civile che in campo penale, ad esempio sancendo che costituisce reato il sottrarre consapevolmente tartufi da un fondo appartenente a terzi, ove non sia lecita la libera raccolta (furto di tartufi).
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Nel rispetto del quadro generale sopra delineato, le Regioni dettano poi specifiche regole in materia, come ad esempio avviene in:
Compete peraltro alle Regioni determinare l’estensione delle tartufaie controllate.